CHIESA VIVA |
L’ELETTA DEL DRAGONE
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IL CHIOSTRO Terminato il suo “incarico” presso la casa di tolleranza, a Clotildeviene ordinato di trasferirsi in un’altra località. Il timore di trovarsi, ormai, di fronte alla sua punizione esemplare, la fa fuggire e ritirarsi in un convento. Qui, ha inizio la sua conversione. Le mie amare riflessioni datavano dal giorno in cui il demonio aveva dovuto confessarsi impotente davanti l’evo-cazione: in nome della Santissima Trinità! Per molto tempo chiusa a ogni fede nel soprannaturale, ne avevo dapprima scoperto uno, e ora mi era necessario ammetterne due: quello del cattolicesimo e quello della Bestia, che mi confessò, però, che il Dio del mio battesimo le era superiore. E bisognava essere cieca per non concluderne che non le era superiore soltanto in potenza, ma anche in bontà, in luce e in divina perfezione. Io scoprivo così, poco a poco, che quel falso Spirito Supremo non era mai stato altro che il dio delle mie passioni e del mio appetito di cieche vendette. Dio non può essere l’Odio e la Menzogna. Io cominciavo ad aspirare, piano piano, oh! da ben lontano, alla Verità e all’Amore! Molto tempo ancora esitai, da miserabile peccatrice, senza forza per il bene. Professa in satanismo, come ero lontana tuttavia d’aver percorso tutti i gradi della gerarchia della quale credevo aver calpestato le sommità! Ma forse non avrei mai avuto il coraggio di scuotere il giogo, se un avvenimento, nuovo e imprevisto nella mia vita, non fosse venuto a costringermi a una decisione. Mi accorsi di essere incinta. Ora, ritornarmene a Parigi con tale fardello non mi passava neppure per l’anticamera del cervello! Io prevedevo troppo le sghignazzate infami della Loggia, le manovre abortive, la creatura annegata, per servire di prova per qualche candidato, e disseccata da quegli atroci provveditori di sangue e di carne umana per il Moloch di marmo del Tempio rotondo! Giammai! Un coraggio insorse in me, un coraggio del quale certamente sarei stata incapace per la difesa e il riscatto della mia anima, troppo insozzata e indegna del perdono. In favore dell’innocente, la cui nascita sarebbe già marcata da sufficienti segni di disgrazia, un’anima novella, un’anima di madre mi rialzava su un piano meno disonorato. A qualunque costo, strapperò il mio bambino a questo fango e a questa morte senza speranza! Io evaderò da questa prigione di delitti, che é la Massoneria, e andrò verso la penitenza e la redenzione. Io non temo più né la Loggia, né il Dragone. Io ho trovato nel mio cuore, aldilà dei miei più cocenti rimorsi, aldilà di quella specie di orrore sacro che adesso mi ispirano i miei delitti, ho trovato nel mio cuore un’altra pace che sorpassa ogni dolcezza e calma ogni inquietudine. Non che ignori la potenza dell’avversario o la malizia dei suoi settari, ma, nel vero Libro sacro, ho imparato a conoscere la Bestia che mi ha sedotta per tanto tempo e che mi ha poi terrorizzata: si chiama Satana! Ei fu l’antico serpente e resta l’insterminabile demonio. Suscitò la Bestia idolatra che regnò sulla Città dai sette colli, e poi quest’altra Bestia delle eresie cristiane che si prevalgono della somiglianza con l’Agnello per fare adorare il falso Dio delle Gnosi e del Talmud. Per turno, sin dalle origini, combattono gli adoratori del Verbo incarnato. E la Massoneria contemporanea li riunisce come in una sola reincarnazione di questo perpetuo Anticristo drizzato contro la Chiesa di Dio. Ma Lucifero stesso é impotente contro coloro che, armati del segno della Croce, non si sottomettono volontariamente al suo impero. Non può nulla se non per noi e per le nostre colpe! Il suo nascondiglio, però, venne scoperto dalla Loggia, che mandò al convento un finto giardiniere che si fece riconoscere da Clotilde come Affiliato alla Loggia. Clotilde, allora, si rivolge a lui con queste parole: “Sì, riditelo a quelli che vi han mandato. Io ho scritto tutto quel che concerne la mia vita in mezzo a voi, e ne esistono copie, di qua e di là, in luoghi sicuri e nelle mani delle autorità ecclesiastiche. Ce n’é abbastanza perché il segreto di codesti Signori sia sventato e questo ben valga la pena di esserne morta... E io offrirò a Dio la mia vita, perché si degni suscitare cristiani capaci di profittare dell’avviso e di spezzare cotesta tirannia!”
“La Bersone venne strappata dalla portineria delle Suore, ove prestava servizio, dal finto giardiniere che la portò in Loggia, ove venne crocifissa”! 3
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